“IRENE KOWALISKA. 1939” DI VITO PINTO ALLA CONGREGA LETTERARIA DI VIETRI SUL MARE

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E’ impossibile non innamorarsi di Irene Kowaliska, la famosa ceramista polacca che visse a Vietri sul Mare a partire dal 1931 e fin quasi al giorno della sua morte che avvenne a Roma nel 1991. Non si può non innamorarsi di questa straordinaria donna: piccola, esile, gentilissima. Con i capelli pettinati con la riga in mezzo che le cadevano sulle spalle, con gli occhialini rotondi, con il sorriso sempre aperto sul volto, con le mani bianchissime e sicure mentre lavoravano al tornio per plasmare la creta e creare opere stupende in ceramica che poi amava decorare con i suoi colori. Non si può non innamorarsi di questa donna fantastica dopo aver letto il libro:” Irene Kowaliska. 1939” edito da “Areablu Edizioni”, scritto da Vito Pinto, giornalista e scrittore, studioso di ceramica vietrese, impreziosito dalle bellissime foto di Gianni Grattacaso, “fotografo per non morire”, che è stato presentato proprio a Vietri sul Mare, nell’Aula Consiliare del Comune, nell’ambito della rassegna nell’ambito de “La Vetrina Letteraria” de“ La Congrega Letteraria”, diretta artisticamente dal professor Antonio Gazia e da Alfonso Vincenzo Mauro, con la collaborazione del Responsabile della Segreteria Organizzativa, Francesco Citarella, di Daniela Scalese, Elisa D’Arienzo, Mariangela Stanzione, Francesco Barbato , Edoardo Colace, e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Vietri Sul Mare, Giovanni De Simone.

Vito Pinto che ha studiato a fondo la produzione ceramica e non solo della Kowaliska, per capirne la poesia d’animo, ha raccontato ai tanti presenti che l’artista polacca, nata a Varsavia, realizzò nel 1939 un pavimento nella Villa Ricciardi, nella frazione Rotolo di Cava De’ tirreni, proprio nel periodo in cui Adolf Hitler, l’1 settembre del 1939, invadeva la Polonia giungendo a Varsavia:” Il racconto ceramico di questo pavimento si fa pathos, si fa silenziosa denuncia alla Storia futura di accadimenti laceranti. Non dimentichiamo che erano state emesse le leggi razziali e che la Kowaliska era figlia di un ricco commerciante polacco di discendenza ebraica, mentre la madre, che morì quando lei era piccolissima, era di origini russe. Questo pavimento con quelle figure sognate, dai “grandi occhi scuri pieni di tristezza”, come quelli di Gambone, profondi, “colmi di un fuoco nascosto” che contengono messaggi universali, senza tempo, capaci di parlare direttamente all’animo umano, mi dà la conferma che Irene Kowaliska era la più grande artista di quel periodo mitteleuropeo a Vietri: quella Vietri da cui lei non si è mai staccata e dove con le sue figure, attraverso le sue opere ceramiche, continua a vivere”. L’autore ha anche raccontato che la Kowaliska, nel 1947, quando sposò lo scrittore prussiano Wegner dal quale, nel 1941, ebbe il figlio Misha, si trasferì a Positano dove iniziò a disegnare su stoffa: ” Nel 1950 il settimanale francese “Cinémonde” pubblicò, in copertina, una foto di Ingrid Bergman con indosso un vestito realizzato con stoffe dipinte dalla Kowaliska”. In sala è stata esposta una riproduzione fedele del prezioso pavimento di grandi dimensioni ( circa sette metri per quattro), realizzato “dall’artista – artigiana” in listelli di cm 7,5 per 15, nella grande sala da pranzo di Villa Ricciardi in località Rotolo di Cava De’ Tirreni, che fu la villa dell’industriale del settore del vetro Cesare Ricciardi e che in sua memoria i figli donarono all’associazione di volontariato sociale “La Nostra famiglia”, attualmente diretta da Carmen Chiaramonte, che ha l’obiettivo di curare e riabilitare tanti bambini che hanno varie patologie.

 

Particolare ed originale la copertina del libro che, come ha spiegato il responsabile della casa editrice Areablù, Nicolò Farina, è stata realizzata creando un effetto lucido, tipico delle ceramiche vietresi:” Abbiamo utilizzato una particolare resina e , per una strana coincidenza, visto che la Kowaliska era ebrea, una macchina tipografica di origine israeliana”. Il fotografo Gianni Grattacaso ha raccontato le difficoltà incontrate 25 anni fa, nel gennaio del 1993, per fotografare il pavimento in ceramica di Villa Ricciardi:” Vito mi chiamò e mi disse che dovevamo andare a fotografare un’opera d’arte. Insieme arrivammo nella frazione Rotolo di Cava ed entrati nella sala da pranzo di Villa Ricciardi io, non vedendo alcun quadro o scultura in giro, gli chiesi dove fosse l’opera d’arte da fotografare e lui mi disse:” E’ qui, sotto i tuoi piedi”, era il pavimento di cui parliamo questa sera. Fotografai tutte le figure cercando di evitare di far riflettere la luce sulla superficie lucida della ceramica”. Barbara Tesauro ha recitato in modo coinvolgete una poesia, “ Fattore K”, contenuta nel libro, che l’artista Ugo Marano dedicò, nel 1992, a Irene Kowaliska. Durante la serata è stato proiettato il bellissimo ed emozionante filmato realizzato nel 1989 dalla nota regista salernitana Giustina Laurenzi :”Harmonia – Ritratto di Irene Kowaliska, un documento storico importante, nel quale la Kowaliska, che all’epoca aveva 84 anni, viene intervistata mentre, percorrendo le vie e i vicoli di Vietri, racconta la sua vita, il suo incontro con Guido Gambone, la “leggenda della ceramica” nella Faenzera di don Ciccio Avallone e la sua opera. Presente anche l’Assessore Regionale Franco Picarone che ha apprezzato il libro di Vito Pinto:” Con grande sensibilità Vito Pinto ci fa riflettere su quelle che sono le pietre miliari della nostra storia” e il Sindaco Marcello Civale che ha sottolineato l’importanza di Irene Kowaliska per Vietri:” Appartiene alla nostra storia: è un’icona della nostra ceramica che rappresenta la storia e la cultura della nostra cittadina”. (Foto di Edoardo Colace).

Aniello Palumbo

 

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