Flussi turistici alberghieri, nel 2015 aumenti di arrivi e presenze

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Un aumento tanto degli arrivi quanto delle presenze. Sono dati confortanti, dopo lo stallo registrato nel 2014, quelli relativi ai flussi turistici alberghieri in Italia nel 2015. Ancora in via di completamento quelli inerenti al 2016. Lo studio rappresenta uno dei capitoli della prossima edizione del “Datatur 2017 – Trend e statistiche sull’economia del turismo”, realizzato da Incipit consulting su incarico di Federalberghi, con il patrocinio dell’Ebnt.

Nel 2015 è stato registrato un incremento del 5,6% degli arrivi e del 3,1% delle presenze. Oltre ad un clima molto favorevole durante tutta la stagione estiva e fino ad autunno inoltrato, diversi sono i fattori nazionali e internazionali che hanno determinato questa positiva inversione di tendenza: l’uscita dalla fase recessiva e la ripresa, seppure ancora debole e incerta, dell’economia italiana, il richiamo esercitato dall’Expo di Milano e una quadro geopolitico che ha favorito l’Italia rispetto ad alcune mete tradizionalmente concorrenti, come il Nord-Africa e la Francia, penalizzate dalla recrudescenza del terrorismo di matrice islamica. Fattori che hanno giocato un ruolo determinante soprattutto sulla clientela italiana che dopo tre anni di costante calo è cresciuta, in termini di presenze, del 4,5%, più del doppio di quella straniera. L’aumento più contenuto dei flussi provenienti dall’estero è la risultante di andamenti differenziati dei diversi mercati di provenienza: tra quelli “emergenti”, ad esempio, mentre è proseguita la vertiginosa scalata della Cina (+55,1%) ed è tornato a crescere il Brasile (+12,5%), sono crollati i flussi provenienti dalla Russia (-38%) a causa delle sanzioni e della crisi del rublo. Per quel che concerne, invece, i mercati “tradizionali”, è proseguito il calo dei flussi dal Giappone (-10,8%) a cui si sono affiancate le deludenti performance di Spagna (-7,8%), Stati Uniti (-5,1%), Paesi Bassi (-2%) e Germania (-0,8%), ma sono cresciuti i turisti provenienti da Svizzera (+8,1%), Francia (+6%) e Regno Unito (+3,8%).

All’interno del comparto alberghiero si sono consolidate, nel 2015, le ottime performance degli esercizi di categoria elevata (4 e 5 stelle), che già negli anni precedenti avevano saputo contrastare le dinamiche economiche recessive, registrando un costante aumento dei flussi. Positivi, seppure più contenuti, anche i risultati degli alberghi a 3 stelle, con le presenze in crescita dell’1,3%, mentre ancora critica si è presentata a fine anno la situazione degli alberghi a 1 e 2 stelle, in ulteriore calo rispetto al 2014. Con riferimento, invece, alle diverse tipologie di località, tutte hanno beneficiato della ripresa del settore, facendo registrare andamenti positivi.

L’incremento maggiore si è avuto negli alberghi delle località lacuali, dove arrivi e presenze sono cresciuti rispettivamente del 6,9% e del 5,5%. Subito dopo si sono piazzate le strutture delle località montane, con gli arrivi in aumento del 6% e le presenze del 3,4%. Buona anche la crescita per gli alberghi delle città d’arte dove però ad un aumento apprezzabile degli arrivi (+5,2%) è corrisposto un incremento delle presenze di minore entità (+1,9%).

A livello territoriale disaggregato, nella maggior parte delle regioni le presenze alberghiere sono cresciute nel corso del 2015, seppure con tassi diversi. Tra le regioni più grandi emergono le eccellenti performance degli alberghi della Lombardia, principali beneficiari dell’effetto Expo, e della Sardegna, caratterizzata da un’ottima stagione estiva. Tra quelle più piccole, ottimi i risultati degli alberghi di Molise e Basilicata.

L’articolazione delle presenze alberghiere regionali per principali paesi di provenienza consente di evidenziare come nel 2015 i turisti tedeschi si siano prevalentemente indirizzati verso Trentino Alto Adige, Veneto e Lombardia, i britannici verso Veneto, Campania e Lombardia, i francesi verso Sicilia, Veneto e Lombardia. Con riferimento ai principali mercati extraeuropei, i turisti statunitensi che alloggiano in albergo hanno scelto prevalentemente Lazio, Toscana e Veneto mentre i cinesi hanno privilegiato Lazio, Veneto e Lombardia.

Il confronto tra esercizi alberghieri ed extralberghieri per il 2015 mostra un situazione di maggiore dinamicità per questi ultimi: a fronte della crescita del 3,1% delle presenze alberghiere, quelle extralberghiere sono, infatti, aumentate del 5,7%, mentre gli arrivi, cresciuti del 5,6% negli alberghi, si sono incrementati del 9,2% negli esercizi complementari.

La provincia di Salerno, nel confronto tra i dati del 2014 e quelli del 2015, ha fatto registrare un incremento del 5,5% delle presenze negli alberghi, piazzandosi al 39esimo posto.

Per quel che concerne il 2016, i dati al momento disponibili delineano un ridimensionamento delle performance del turismo italiano, con tassi di crescita di poco superiori allo zero per i flussi turistici totali registrati nei primi nove mesi dell’anno, ancorché caratterizzati da andamenti differenziati nel corso dei tre trimestri: secondo i dati provvisori dell’Istat, ad un avvio più che positivo nel primo trimestre dell’anno sarebbe infatti seguita una brusca inversione di tendenza nel corso del secondo trimestre, con cali generalizzati piuttosto consistenti, a cui avrebbe fatto seguito una nuova ripresa nel corso dei tre mesi estivi. Le stesse dinamiche avrebbero caratterizzato anche il comparto alberghiero con i clienti stranieri nuovamente più dinamici di quelli italiani.

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